“Il Re è morto!” . Una fredda sera di gennaio, uno che Re lo faceva già di nome, certo non poteva non esserlo davvero.

Un re che aveva diviso la capitale in due sponde del Tevere e più volte aveva respinto con la sua armata biancoceleste, le avanzate giallorosse.

C’era una volta Luciano Re Cecconi….

C’era una volta Luciano Re Cecconi, l’angelo biondo, che fu catapultato giù dal trono per morire assassinato in una gioielleria di Via Nitti. Nato a Nerviano il primo dicembre 1948.

C’era una volta Luciano Re Cecconi, ma per raccontare questa storia, è un dovere raccontarla dal principio e non solo per il finale senza nessun “vissero felici e contenti”.

Chi era l’angelo biondo? In tanti come me, forse lo hanno conosciuto solamente per il “sentito dire” dei padri, nonni o zii, ma quella storia piena di luci ed ombre, ti fa venire voglia di cercare, di vedere i vecchi filmati in bianco e nero.

E allora si può rispondere che chiamarlo “centrocampista” è quasi andare a sminuire un giocatore dalla tecnica ed il piede sopraffino, un giocatore come la Lazio pochi ne ha visti in 117 anni.

Tommaso Maestrelli fu per lui un padre che se ne andò appena due mesi prima divorato dal grande male, poco prima che il destino si abbattesse con Luciano facendolo finire su un pavimento circondato da oro e gioielli. In soli due mesi, morirono non solo loro, ma anche una piccola parte della Lazio stessa che non si ritroverà mai.

Ma torniamo più indietro ancora…. Correva l’anno 1969. Dalla Pro Patria in serie C, contratto cotto e mangiato: Re Cecconi sale le gerarchie ed approda nel Foggia in Serie B. Chi lo ha voluto? indovinate un po’? Tommaso Maestrelli, allora tecnico della compagine pugliese. Abbandonato il Nord per il caloroso Sud, i primi tempi non sono facili, ma il suo allenatore lo aiuta e lo supporta. E sarà proprio Maestrelli a buttarlo, appena ventunenne nell’arena, quell’arena che non abbandonerà mai e che lo consacrerà pochi anni dopo.

Ma facciamo un passo alla volta. Quello stesso anno c’è un altro salto di gerarchie per Luciano ed arriva la massima serie grazie alla promozione del Foggia. Non è un bel periodo, una sola stagione ed i pugliesi retrocedono ancora, sarà la Fiorentina a salvarsi per numero superiore di reti.

Retrocesse anche una squadra che conosciamo bene; la Lazio che nel campionato di serie B verrà poi sconfitta proprio dai foggiani per 5-2. In quella gara tra i marcatori spiccò anche Re Cecconi. Il presidente biancoceleste Umberto Lenzini, nonostante la sconfitta, ebbe l’illuminazione ed appunto’ sul taccuino un nome: Tommaso Maestrelli.

Ed è qui che i destini si uniscono fino a formare il disegno.

La Lazio inizia il suo percorso che condurrà poi allo scudetto, Re Cecconi invece diventa l’uomo determinante per il Foggia finché alla società pugliese, arriverà una telefonata importantissima. 

Equi si racconta di uno svincolo dell’autostrada, la macchina di Maestrelli con a bordo Lenzini, un contratto firmato in fretta e Luciano diventò un nuovo giocatore biancoceleste.

LA LAZIO

Arrivò e capii presto che dove ci sono troppi galli a cantare non si fa mai giorno. Lo spogliatoio era dominato da Giorgio Chinaglia e Pino Wilson, tra champagne e macchine costose.

Dapprima contro Maestrelli, in un anno la situazione era radicalmente cambiata, tanto che per il loro tecnico si sarebbero buttati nel fuoco. Lo stesso però Luciano Re Cecconi non è accolto bene, complice anche l’addio di Massa trasferitosi all’Inter e molto amato dai compagni.

Una Lazio abitata da “teste calde”, giovani talentuosi sì, ma anche caratterialmente difficili da far coesistere ed uno che di nome fa “Re” certo non si mette a fare il gregario.

Re Cecconi divenne oppositore del duo al comando Chinaglia/Wilson, creando un suo gruppo coi nuovi. Paladino di “quegli altri”, carismatico,  lui ed il suo migliore amico Martini cominciarono a girare armati e lo stesso fa tutto lo spogliatoio che già da tempo si dilettava a sparare ai poligoni improvvisati durante i ritiri.

È però la Roma dei Marsigliesi, della banda della Magliana, delle sparatorie e dei rapimenti e spesso, nei locali notturni, questo universo entrava in contatto con quello dei calciatori.

LO SCUDETTO DEL 1974

Stagione 1973/74, prima di Natale la Lazio è prima in classifica, subito dopo la Juve a tre soli punti di distanza. Le cose rimangono così fino alla penultima giornata quando, il destino beffardo, mette davanti a Maestrelli e Re Cecconi proprio il Foggia. Faccia a faccia col passato ed una vittoria che condannerebbe gli avversari al ritorno in Serie B. Re Cecconi ha il cuore spaccato in due : il suo Foggia da una parte e la sua Lazio, dolore e gioia nello stesso battito cardiaco. Sarà un rigore battuto da Chinaglia a decidere: la Lazio ha vinto il suo primo scudetto del dopoguerra!

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